giovedì 4 dicembre 2008

Lo stress da lavoro fa male alla salute:

7 cattive abitudini dei lavoratori ossessi

Per alcuni lavoratori il lavoro è una priorità per la quale sono disposti a rinunciare a molte cose, alcune delle quali però indispensabili, come la salute.
Esagera con il lavoro può essere pericoloso per la salute, questo è il mesaggio inviato da alcuni ricercatori della Saint Louis University. Per aiutare le persone a capire quanto stanno sorpassando il limite, George Griffin, professore di medicina interna, ha stilato una lista di 7 CATTIVE ABITUDINI che possono funzionare da campanelli di allarme.

1 - INCAPACITA’ DI RILASSARSI: occorre invece ricordarsi che se un po’ di stress mantiene alti i livelli di adrenalina e di motivazione, troppo può provocare seri problemi di salute: dal mal di testa a problemi cardiovascolari, da tensione muscolare a disturbi del sonno fino a problemi anche più seri.

2 - ALIMENTAZIONE SBILANCIATA: gli stacanovisti spesso non hanno tempo per preoccuparsi della propria alimentazione e mangiano quello che capita quando capita con una dieta del tutto sbilanciata.

3 - DORMIRE POCO: la terza cattiva abitudine identificata da Griffin è rinunciare alle indispensabili sette-otto ore di sonno per lavorare.

4 - VITA SEDENTARIA: lo stacanovista non ha tempo per l’ attività fisica, eppure 30 minuti di camminata al giorno sarebbero già un gran risultato.

5 - ANDARE AL LAVORO ANCHE QUANDO SI E’ MALATI: altra usanza da bandire è recarsi al lavoro anche quando si è malati: oltre ad aggravare le proprie condizioni di salute, oltre ad essere meno produttivi, ci si trasforma anche in un portatore ambulante di germi indesiderati.

6 - BERE TROPPO E NON ANDARE DAL MEDICO: sembra che chi lavora troppo beva anche troppo, con conseguenze problematiche, e che non si sottoponga ai necessari controlli medici di routine.

7 - POCO TEMPO PER GLI AMICI: a tutto ciò si devono aggiungere il tempo e l’ attenzione che non vengono dedicate alle persone amate e vicine. Se non si curano le amicizie e le relazioni, i rapporti finiscono per incrinarsi e rovinarsi; a questo punto non solo si perde tanto della vita, ma si rischia anche di trovarsi improvvisamente soli.

(Fonte: Saint Louis University news)

4 commenti:

biba ha detto...

ciao
è facilissimo essere catapultati in un contesto lavorativo ed essere fagocitati talmente tanto da non accorgersi di non "vivere" più. Sai tante volte non è facile rinunciare ad un lavoro ben pagato ma, dove ti chiedono anche l'anima,per un lavoro dove hai più tempo per te, io l'ho fatto e non me ne sono mai pentita, anche se i soldi non sono molti, ma ora ho più tempo per "vivere"
ciao da biba
ps vieni a trovarmi in "scusatelapancia.blogspot.com"

Chiara Dezuani ha detto...

Ciao, penso anch'io che oggi si sbaglia punto di vista sul lavoro.
Non si lavora più per vivere ma si vive per lavorare.
Non si è più in grado di staccare la spina, di capire cosa sono le cose importanti che contano nella vita.
Ci sono mamme che tornano al lavoro subito dopo aver partorito "abbandonando" dai nonni o negli asili nido i bambini e poi invecchiando, si rendono conto di aver perso tempo importante nella crescita del proprio figlio.
Con questo non voglio dire che le donne non debbano lavorare, ma penso che ci siano delle scelte da fare. Bisogna anche dire comunque che lo stato non tutela la donna che lavora.

Erica Bettin ha detto...

Io sono una di quelle che va al lavoro anche se ha febbre, forse per non voler apparire menefreghista nei confronti del lavoro od opportunista verso la sacrosanta possibilità di potersi prendere dei permessi. Ma mi piace pensare di farlo oltre che per senso del dovere, perchè per me il mio lavoro è anche divertimento, mi fa star bene con gli altri e per gli altri, mi dà la possibilità di staccare la spina dall'università o di portare la mente lontana dai pensieri che mi opprimono durante la giornata. Il lavoro per me è gratificazione personale.

Potterina86 ha detto...

sono molo interessanti queste sette opzioni anche perchè mi rimandano in maniera curisa e a mio parese sono molto conseguenti al lavoro e all'impegno che si prende con esso.